Ciao a tutti,
con la fine delle piogge è iniziata la
stagione dei fuochi a Ngaoundéré. Fuochi più o meno controllati
che cambiano il paesaggio: l'erba
alta, cresciuta nei mesi umidi e ormai ingiallita, libera alla vista sentieri
e scorciatoie tra una strada e l'altra; i feux
de brousse illuminano soprattutto le notti
di dicembre, il primo mese veramente secco.
Anche l'area accanto ai banani (vedi post del 19 ottobre 2013) ha ricevuto lo stesso trattamento, basta fare un piccolo confronto tra le foto prese
in due momenti diversi: ora dal bananeto si vede la strada e ci si
rende meglio conto delle dimensioni del terreno.
Capita
poi che durante la notte si ravvivino all'improvviso le fiamme
dell'immondezzaio del Cefem (una buca nel terreno, fastidiosamente vicina alla mia stanza
tra l'altro). Evidentemente il fuoco era già acceso sotto le ceneri
e ad un certo punto ha trovato uno sfogo. Ancora non siamo
riusciti a dotarci di un termovalorizzatore, e siamo un po' indietro
anche con il riciclaggio.
Preoccupato
dalle fiamme, chiedo a una ragazza del foyer se sia normale tutto
ciò, per me l'incendio è pur sempre un reato; ne nasce un breve
dialogo esilarante, più o meno così:
Ragazza.
"davvero si può finire in carcere per aver acceso un fuoco?"
Io.
"questo fuoco non è controllato, in Italia ti potrebbero multare o anche arestare"
R.
"qua no... da noi c'è la democrazia"
Poi viene fornita un'interpretazione più precisa: "se ti scappa brucia casa
tua, mica casa degli altri".
Amen
un
abbraccio,
Gabriele
anche Cariño osserva preoccupato il fuoco |
Ciao Gabriele,
RispondiEliminaè un pò che non commento i tuoi reportage ma li leggo sempre con grande interesse e "avidità": è un pò come essere li. Grazie e un abbraccio a tutti, in particolare a Suor Adriana: ci manca.
Roberto e Antonella